Al contrario di quanto si possa pensare il termine shampoo non è una parola di origine inglese.
Etimologicamente deriva infatti dall’hindi “chāmpo” (imperativo di champnā, cioè ‘massaggiare’), che a sua volta origina dal sanscrito “cap”, ‘massaggiare’ appunto.
Intorno alla seconda metà del XVIII secolo, nel pieno delle campagne coloniali della Gran Bretagna in India, quando veniva offerto uno “shampoo” ci si riferiva dunque ad un massaggio dello scalpo.
Naturalmente sono passati decenni, prima di arrivare ad associare il termine “shampoo” al detergente schiumogeno che tutti conosciamo; per utilizzare poi il temine inglese in Italia bisognerà aspettare gli anni 30 del secolo scorso.
Caratteristica dello shampoo è naturalmente la schiuma, che si forma con l’unione delle bolle d’aria al detergente diluito; il “lavoro” meccanico del massaggio cioè, fa in modo che aria e liquido si inglobino, generando schiuma, la cui quantità varia a seconda del prodotto.
Non tutti gli shampoo infatti fanno molta schiuma, e caratteristica dei prodotti bio è proprio quella di non produrne in eccesso.
In realtà sono gli agenti detergenti (o “tensioattivi”) che svolgono la funzione di pulizia del cuoio capelluto, pertanto utilizzare prodotti a base biologica implica effettivamente la produzione di minor schiuma ma maggior sicurezza per la pelle e minor inquinamento ambientale.